Riaperto il Ponte tibetano: completati i lavori di manutenzione che rendono di nuovo accessibile la passerella sospesa sul sentiero 406 che collega i Sassi al Parco della Murgia Materana

Riaperto il Ponte tibetano: completati i lavori di manutenzione che rendono di nuovo accessibile la passerella sospesa sul sentiero 406 che collega i Sassi al Parco della Murgia Materana

Di nuovo accessibile la passerella sospesa sul Sentiero 406, che collega i Sassi al Parco della Murgia Materana, dopo i lavori di manutenzione programmata che lo hanno interessato la scorsa settimana. L’intervento, pianificato in relazione alla durata di validità delle certificazioni, ha visto la sostituzione completa delle reti anticaduta e dei morsetti di ancoraggio, il riallineamento delle tavole del piano di calpestio e il loro trattamento con impregnante specifico, la pulizia delle aree di accesso, il controllo delle funi e del serraggio dei morsetti e la collocazione di tabelle informative.

Con questo intervento il sentiero 406, diventato per forza di cose focale nella realtà del Parco per essere una naturale porta di accesso al parco stesso, ritorna pienamente percorribile; come è noto, nei mesi scorsi, a seguito di segnalazioni, era stato necessario anche verificare le condizioni di sicurezza del percorso a causa di alcune fratture in un blocco di roccia lungo la sponda sinistra del Torrente Gravina, insistente sul Sentiero 403, che è il prosieguo del 406, per cui l’intero percorso fu inibito per consentire uno studio geologico e alcuni interventi tesi a neutralizzare l’effetto erosivo degli apparati radicali sui costoni calcarenitici.

Occorre ricordare che in un ambiente ampio e variegato come quello del Parco il rischio zero non esiste, soprattutto per essere un ambiente naturale, caratterizzato da una molteplicità di variabili, non controllabili, che possono attivare eventuali microdissesti; il Sentiero, peraltro, è classificato di categoria “EE”, quindi adatto a escursionisti esperti perché percorribile con qualche difficoltà, essendo il terreno costituito da pendii scivolosi, misti di rocce ed erba, pietraie, passaggi rocciosi di non sempre facile arrampicata, lati esposti. Necessario dunque sempre l’appello al senso di responsabilità di chi decide di percorrere il sentiero, perché occorre essere consapevoli delle proprie condizioni fisiche e di quelle ambientali (il caldo o la pioggia per esempio); osservare le regole comuni dell’escursionismo; dotarsi di abbigliamento e calzature adeguate; non uscire dai sentieri tracciati e così via.

Il Parco è peraltro impegnato a individuare e promuovere una fruizione che, oltre a garantire il rispetto rigoroso dell’ambiente e le condizioni di sicurezza complessive del patrimonio storico, architettonico, antropologico oltre che del visitatore, garantisca anche livelli di accessibilità modulati alle diverse esigenze, adatti a persone non esperte o disabili, per cui nei prossimi mesi altre aree degli oltre 8000 ettari del Parco potranno essere offerti alla conoscenza e a una esperienza di ricongiunzione consapevole dell’uomo con il territorio.

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