La Divina Commedia illustrata da Salvador Dalì ripercorre il viaggio di Dante attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, il tutto reinterpretato con sguardo psicanalitico da parte del Maestro Spagnolo.
Egli riesce a mantenere l’atmosfera Dantesca aggiungendo però il suo tocco personale attraverso i suoi simboli caratterisitici: figure molli, stampelle e ossa volanti. Il sovrannaturale si mescola con un’esplorazione audace della spiritualità andando a creare una versione unica della Divina Commedia.
In questa mostra sono esposte sessanta xilografie selezionate su cento soggetti ralizzate a colori da Salvador Dalì tra il 1963 e il 1964, commissionate dallo Stato Italiano e mai acquistate a causa di numerose proteste da parte degli artisti italiani.
In seguito, l’intera opera, che coprendeva sei volumi e cento xilografie venne acquistata da un produttore cinematrografico compagno dell’attrice italiana Gina Lollobrigida; l’opera ebbe un enorme successo sul mercato che rese molti soldi al produttore.
Dalì in molti soggetti trae stimoli e influenze da molti artisti italiani del passato tra cui Michelangelo, Raffaello e Leonardo Da Vinci dove sono chiari i riferimenti stilistici.
Scriveva Dalì:
Con l’anima traviata ascolto la traviata
Non siamo strani, non siamo normali
Siamo la droga, non siamo drogati
mentre correvo nei gironi dell’inferno
Sono impazzito a dipingere quadri
Salvador Dalì, Salvador Dalì
Sono più fuori di Salvador Dalì